PAGANO

 

 

Antichissima ed illustrissima famiglia, probabilmente discesa da una casata longobarda[1] (sec. XI) e non di origine normanna[2], sembra che fiorì in Roccapiemonte (SA) ramificandosi poi in varie città. Il casato ebbe feudi già in epoca del Principato longobardo; la famiglia godè poi nobiltà anche in epoca normanno-sveva e con gli angioni; nel sec. XIII si trasferirono poi da Roccapiemonte ad una zona dove sorse poi quella che divenne la città di Pagani, che da loro, probabilmente prese il nome; nel sec. XIV un loro ramo si trasferì a Napoli ed entrò nel patriziato e nella nobiltà di corte, ricoprendo grandi uffici; da essi discesero poi vari rami patrizi e casate feudali;

ARMA (rami di Napoli, Nocera, Pagani e Lucera): Bandato d’oro e d’azzurro al capo d’ermellino caricato ddi un lambello a tre pendenti di rosso e la bordura alternata e raddoppiata dieci volte d’Angiò (d’azzurro e d’argento; azzurro seminato di gigli d’oro caricati con un rastello di rosso) e Gerusalemme (d’argento caricato della croce potenziata d’oro cantonata da quattro crocette del medesimo); MOTTO: fortior pugnavit; ARMA (ramo di Salerno): Di rosso con quattro fasce ondate d’argento, con capo d’oro;

 

 

 

 

 

 

Conte Lanfoldo (forse appartenente agli Alfani) (sec. X-XI);

 

- Landone detto “Pagano”; attestato nel 1061;

 

……. (?)

 

(secondo altre fonti, tra cui il Campanile)

Albertino Cavaliere di Bretagna, scende in Italia con Tancredi d'Altavilla attorno all'anno 1000, libera Nocera dai pagani e sposa

= una nipote di Tancredi d'Altavilla da cui:

 

Guglielmo de' Pagani, duca di Calabria da cui:

 

Sigilberto de' Pagani, scende in Italia nel 1038 con Guglielmo da cui:

 

 

Pagano de' Pagani vissuto nel sec. XI (secondo altre fonti invece discendente da Landone); Signore di Forenza in Basilicata; donò al Monastero della Trinità di Venosa alcune case, con la moglie (1084):

= Emma;

Secondo alcune fonti, riprese recentemente dal Moiraghi [3], ebbe una sorella,

Ippolita de' Pagani, moglie di

= Leonardo Amarelli di Rossano, da cui discese appunto la nobile famiglia Amarelli di Rossano Calabro

 

A1. Ugone; secondo vari storici (Sigonio, Paolo Emilio, Velaterano, ecc.) costui, partito crociato nella I° Crociata in Terrasanta, fondò poi l’Ordine dei Templari (1117), di cui divenne 1° Gran Maestro [3] (secondo altre fonti invece il fondatore era un francese, Ugo de Payns);

 

A2. Disigio (sec. XI-XII); feudatario;

 

B1. Giovanni (sec. XII); Protettore di Templari, istituiti dallo zio; come tale da il suo consenso ad una donazione di Boemondo d’Altavilla (1158);

 

C1. Abelardo (sec. XII); Protettore di Templari, interviene come tale in un atto di concessione di sepoltura (1192);

 

B2. Pagano detto “Siniscalco” (forse dal ruolo ricoperto) (sec. XII); feudatario;

 

C1. Guglielmo (sec. XII-XIII); Signore di Forenza, in Basilicata;

 

D1. Tomaso (sec. XII-XIII); feudatario;

 

E1. Guglielmo (sec. XIII); 1° Signore di Casalvelino;

= Elisabetta di San Giorgio;

 

F1. Ruggiero (sec. XIII); 2° Signore di Casalvelino; Carlo I d’Angiò lo privò di tutti i suoi beni (22/07/1274);

 

F2. Giovanni (+ 1269); Signore dei castelli di Santopadre, Lotino, San Giovanni in Carico, Cantalupo, Gualdo, Santa Resta e Buccone; ebbe custodia di prigionieri lombardi da Federico II (1239);

 

G1. Guglielmo; 1° Signore di Prata, Signore dei castelli di Santopadre, Lotino, San Giovanni in Carico, Cantalupo, Gualdo, Santa Resta e Buccone (ereditati dal padre nel 1269); i suoi figli morirono senza discendenza, per cui la loro eredità passo allo zio Antonio;

 

H1. Giovanni; cavaliere molto valoroso; Castellano di Cosenza (1271); Maestro dei Balestrieri del Regno per Carlo I d’Angiò; morì senza figli;

 

G2. Ruggiero; 1° Signore di Ginestra;

 

H1. Troisio; 2° Signore di Ginestra;

 

I1. Riccardello; 3° Signore di Ginestra;

 

G3. Antonio (+ 1315 ca.); 2° Signore di Prata, Signore dei castelli di Santopadre, Lotino, San Giovanni in Carico, Cantalupo, Gualdo, Santa Resta e Buccone (ereditati dai figli del fratello Guglielmo); partecipò alla difesa del regno (1289); definito in atti ufficiali come Dominus (titolo di grande riguardo all’epoca);

= Sabba Del Tufo, figlia di Ettore e Maria di Romeo. (vedi/see)

 

H1. Giovanni (+ 1299); castellano di Foggia (1294);

 

I1. Alessandro; castellano di Foggia (1299);

 

I2. Arrigo; cavaliere; Capitano di guerra e di giustizia di re Roberto per la città di Castellammare (1313);

 

L1. Tommasiello; Cameriere favorito della Duchessa di Calabria (1324), nuora di re Roberto;

 

H2. Pietro (+ prima del padre);

 

I1. Guglielmo  (sec. XIII-XIV); 3° Signore di Prata, ecc., succeduto al nonno (1315);

 

L1. Giovanni; Signore di Bacucco (attestato nel 1315);

 

L2. Eustachio (sec. XIII-XIV); Cavaliere; Consigliere di re Roberto d’Angiò; Governatore generale del Principato di Acaia (1316); Vicerè di Calabria (1321); Marescalco di tutta la gente d’arme del egno (1323); incaricato di riordinare l’intera armate del Regno (1325);

 

M1. Zarlino (sec. XIV); Cavaliere valoroso; ottenne vari beni per il suo valore durante l’impresa contro Milazzo (1342), di cui fu poi Governatore; partecipò poi con i figli alla spedizione contro la Sicilia (1343);

 

N1. Cecco; partecipò con il padre ed il fartello alla spedizione contro la Sicilia (1343);

 

N2. Cola; partecipò con il padre ed il fartello alla spedizione contro la Sicilia (1343);

 

M2. Simone (sec. XIV); Camieriere e familiare del Orincipe Andrea, marito della regina Giovanna I (1343 ca.); Governatore di Civita di Penne e circondario (1349);

 

M3. Filippo (sec. XIV); Cameriere della regina Giovanna I (1343) dalla quale ebbe rendite feudali per se e gli eredi;

 

N1. Tommaso (*sec. XIV, + 1390 ca.); Patrizio Napoletano del Seggio di Porto; Maresciallo di re Carlo III (1381); ebbe dal re 80 once all’anno in perpetuo sulla gabella della seta di Cosenza (1381); fortificò poi vari castelli in Basilicata e terra di Bari per ordine del re (1382); ebbe perciò in dono 100 once sulla bagliva di Barbazzano, Pizzacuti e Angri (13/04/1385); definito dal re, in atti ufficiali, “Vir nobilis miles, nostrae scuteriae magister dilectus”; Castellano di Sant’Elmo (Sant’Erasmo) in Napoli (1386), ebbe il privilegio perpetuo di tale castellania per se e gli eredi dalla regina Margherita; = Vandella Pagano (della stessa famiglia); Capostipite dei Pagano di Napoli

 

D2. Giovanni;

 

D3. Adinolfo; cavaliere di Carlo I d’Angiò;

 

D4. Guglielmo (postumo); cavaliere di Carlo I d’Angiò;

 

B3. Ruggiero (sec. XII); feudatario;

 

C1. Pietro; uomo d’arme; secondo alcuni autori, come Campanile, si trasferì nel Nord Italia, dove si fece poi Signore di Imola (1272) e divenne capostipite dei Pagani di Imola, ma sembra che costoro avessero invece altra ascendenza

 

B4. Perona (sec. XII-XIII); Signora di parte di Forenza (secondo il diritto longobardo); ebbe una lite con la chiesa di San Martino (1222)

 

(di incerta collocazione genealogia)

 

· Stullo; familiare di re Tancredi (1191);

 

· Giovanni; Cardinale (1228);

 

 

 

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FONTI PRINCIPALI:

 

- Campanile Filiberto, L'Armi, overo insegne de' nobili del Regno di Napoli (Napoli, 1610)

 

- Candida Gonzaga Berardo, Famiglie nobili delle Province Meridionali d'Italia (Napoli, 1875-82).

 

- Mario Moiraghi, L'italiano che fondò i Templari. Hugo de Paganis cavaliere di Campania, Milano, 2005

 

 

 

NOTE:

 


[1] Probabilmente da Landone detto “Pagano”, citato nel Codice Diplomatico Cavense (CDC), VIII, n. 1325 (1061): “Lando qui Paganus dicitur f. q. Landolfi comitis” (il figlio, con il medesimo cognome, in AC, XIX, 38, a. 1112);

[2] Secondo altri autori i Pagano discendevano dal cavaliere normanno Albertino di Bretagna, oppure, secondo altri, potevano essere discesi da Pagano figlio di Turgisio, capostipite dei Sanseverino. Contro queste tesi, però si può notare sia che la famiglia seguiva la legge longobarda, sia che Pagano Signore di Forenza, capostipite dei Pagano, era coetaneo o quasi di Turgisio (e quindi non poteva esserne stato poi il nipote diretto) e che quindi la famiglia esisteva già prima dell’arrivo dei normanni;

[3]Vedi: Mario Moiraghi, L'italiano che fondò i Templari. Hugo de Paganis cavaliere di Campania, Milano, 2005

 

 

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