LANDI DI VAL DI TARO
La famiglia Landi appare nelle cronache piacentine già dal secolo XII e probabilmente si trattava di una consorteria formata da varie famiglie. Era forse di origine borghese divenuta facoltosa e potente con i commerci. Possedevano case e beni a Piacenza, proprietà ad Alseno, Roncarolo e Castelnuovo Bocca d’Adda. Già nel XII secolo esistevano persone con questo cognome non collegabili genealogicamente tra di loro, né con coloro che vivevano nel secolo successivo e dai quali certamente discende la famiglia attualmente rappresentata. Alcuni di questi Landi diedero origine a famiglie collaterali che si denominarono anche col soprannome di qualche antenato: Volpe, Zanardi, Mazzocchi, Malvisti, Buffa, ecc.; taluna delle quali è giunta fino ai nostri giorni. Contano circa 15 tra consoli, rettori e governatori di Piacenza in vari periodi. Un Bonizzone Landi fu Console di Piacenza nel 1132, Ghislerio Landi fu Podestà di Pontremoli nel 1197 e un Giacomo Landi fu Podestà di Padova nel 1210.
Simone Landi, possedeva il castello di Stadera che nel 1207 fu costretto a cedere ai piacentini. Forse padre di :
Antolino Landi, forse genitore di :
A1. Guglielmo (vivente 1211/1236, + poco dopo 1236), Podestà di Vicenza nel 1210 e Podestà di Milano nel 1211,
possedeva molti beni a Bedonia, Casalzone, Rugarlo, Montarsiccio e Gravago; fu a capo dei ghibellini di Piacenza dal 1221 fino al 1236, anno in cui fu cacciato dalla città ed esiliato.
= ……..
B1. Giannone (forse premorto al padre), Podestà di Vercelli nel 1229, fu procuratore del padre tra il 1211 e il
1233, acquistò beni a Barcia e a Costa Geminiana.
= Mabilia (forse dei Landi)
C1. Guglielmo II (+ 1254), succede nei beni dell’avo Guglielmo insieme al fratello, comprò dei beni a
Casalanzone e Bedonia.
= Soprastella
D1. (Parentela incerta, forse fratello minore dello zio Ubertino) Federico (+ ante 1277)
= ……….
E1. Federico
E2. Antonino
D2. (Parentela incerta, forse fratello minore dello zio Ubertino) Iaucino (+ ante 1277)
= ……….
E1. Alberto
E2. Guglielmo
C2. Ubertino/Albertino (* ante 1220 + testamento: 1277, ma morto ca. 1298), compra dal Comune di
Piacenza i diritti giurisdizionali e fiscali sulle terre e castelli della Val di Taro e Val Ceno nel 1258, Podestà di Siena nel 1250, investito dal Vescovo di Bobbio di Romagnese, Valverde, Zavattarello e Ruino il 6-2-1263, investito da Corradino di Svevia della Contea di Venafro e Molise il 15-2-1268 (di cui non prenderà mai possesso, forse la contea di Venafro da sola fu già concessa da Re Manfredi di Sicilia nel 1256), capo dei ghibellini piacentini e fu perciò scomunicato, stipulò un contratto nel 1291 secondo cui avrebbe dovuto cedere la rocca di Zavattarello per 8.000 lire imperiali al Comune di Piacenza; Signore della Val di Taro e Torregiana di cui era Marchese, Bardi e Compiano (avute da Piacenza nel 1257 ca.), Bedonia, Monte Arsicio, Gravago, Valdena, Borgallo, Pietra Caravina, Tizana, Pietra Piana, Montereggio, Casaleggio, Castel d’Azzone, Ville del Ceno, il Castello del Poggio, il Seno, le Caselle del Po, Roncarolo, le Buonissime, Chiavenna, Rivalta, Veiano, Montezago, Viserano, Monzolano, Settimo, Rivergaro, Guardamiglio, la Contessa, Valera, San Pietro in Cerri, Pulignano, Corso, Arsura, Sparviera, Turvigo, Sannazaro, Ancorano, Cagnano, Ponticelli, Fontana Landa, Zavattarello, Ruino, Durbecco, Montesaglio, Monteverde, Lazarello, Monte Acuto de’ Rossi e inoltre molte altre terre e coi dazi delle città ed i pedaggi del Nure e di Chiavenna.
a) = Isabella Lancia, figlia di Galvano Conte di Fondi e cugina del Re Manfredi di Sicilia (vedi/see) a causa di
questo matrimonio i discendenti di Ubertino adottarono il motto “Svevo sanguine laeta” e
cambiarono lo stemma;
b) = Adelasia, forse dei Sannazzaro di Pavia
D1. (ex 1°) Galvano (+ ca. 1297), cade prigioniero degli Angioini nella battaglia di Benevento e rimane
tale fino al 1280, menzionato come “consanguineo” dal Federico II Re di Sicilia e da questo investito di alcuni feudi nella Val di Noto attorno al 1296.
= 1280 Marsignina Scotti
E1. Ubertino (+ 1314), Signore di Borgotaro, Bardi e Compiano investito nel 1312.
= Caterina Beccaria (?)
E2. Corrado
E3. Manfredo, armato Cavaliere nel 1314, Signore dei castelli di Valdidone con investitura
imperiale del 14-7-1327, investitura di Zavattarello del 22-7-1337.
= Violante
F1. Galvano (+ testamento: 1339, ma morto nel 1357), Cavaliere.
a) = Giovanna Scotti
b) = Margherita Oderisi
G1. Violante
= Giovanni Suardo, Nobile di Bergamo
G2. Bianca
= Conte Rinaldo Persico
F2. Manfredo, Signore di Bardi e Compiano investito il 28-11-1327, fu scomunicato dal 1332 al
1341.
= Sofia
G1. Ubertino, Signore di Bardi e Compiano.
= Beatrice
H1. Bianca (+ ante 1419), porta in dote i feudi di Arsura e Monticelli dei Gragnani.
a) = Pietro d’Estremegna
b) = Antonio Vulpe Landi (vedi/see)
H2. Bernabò (+ 1407), Signore di Veano, Roncarolo e Caselle investito dal Duca di
Milano il 13-9-1405.
= Elena Malaspina, forse figlia di Galeazzo Marchese di Mulazzo e di Novella
Spinola
I1. Andreina
= Marchese Bartolomeo Pallavicino (forse appartenente alla linea di Scipione)
H3. Galvano (+ 1429), armato Cavaliere dai Visconti di Milano nel 1385, investito dei
feudo della Val di Taro dal Duca di Milano con il titolo di Conte il 21-2-1405, investito di Rivalta, Alseno e Caselle il 15-9-1405; subì la confisca dei feudi nel 1429 con l’accusa di ribellione.
a) = Costanza, figlia di Giacomo Zanardi Landi e di Maddalena Mancassola (vedi/see)
b) = Margherita Malaspina, forse figlia di Spinetta Marchese di Villafranca (?)
I1. (ex 2°) Violante
= Verzuso Landi di Cereto
I2. (ex 2°) Caterina
a) = Giannone da Capo d’Istria
b) = Luigi Fulgosi, Patrizio di Piacenza
I3. (ex 2°) Manfredo (* postumo 1429 ca. + 1488), 2° Conte di Val di Taro
ristabilito nel 1448 (con Bardi, Compiano, Borgotaro, Veano, Roncadelle, Rivalta, Niviano, Alseno, Ferriere, Compiano, Caselle Po, Valdena e Bedonia) (investito dal Duca di Milano il 23-12-1454 e 19-12-1466), Signore di Varese Ligure e Montetanano dal 1468 al 1478 feudi perduti in questo anno con Borgotaro; cittadino milanese dal 1487, Consigliere del Duca di Milano.
a) = Margherita Anguissola, figlia del Conte Bartolomeo e di Simona
Malaspina
b) = 1468 Antonia Fieschi, figlia di Antonio Conte di Lavagna, Patrizio
Genovese, e di Ginevra Fregoso, già vedova di Giacomo Fieschi Patrizio
Genovese. Porta in dote i feudi di Varese Ligure e Montetanano
J1. (ex 1°) Federico (+ 1516), 3° Conte della Val di Taro, divide con i fratelli e
mantiene i feudi di Bardi, Veano, Roncarolo, Valdena, Fontanazza e Ferriere nel 1491.
= Caterina dei Marchesi Pallavicino
K1. Claudio (+ 1536), 4° Conte della Val di Taro, Signore di Bardi, Veano,
Roncarolo, Chiavenna, Valdena e Fontanazza dal 1516; Colonnello nell’esercito imperiale.
= Beatrice Pallavicino, figlia di Galeazzo I Marchese di Busseto e di
Eleonora Pico dei Conti di Concordia (+ testamento: 6-3-1543) (vedi/see), già vedova di Oberto Pallavicino Marchese di Cortemaggiore.
K2. Conte Camillo (+ 1527)
= Nobile Bartolomea Nicelli
L1. Eleonora
= Alessandro Beccaria
L2. Ippolita
= Conte Gian Maria Landi di Rivalta (vedi/see)
K3. Conte Marco Antonio (+ 1527), possiede le miniere di Ferriere e le
vende ai Nicelli nel 1509.
= Costanza Fregoso, figlia di Agostino Consignore di Sarzana, Patrizio
Genovese, e di Gentile Feltria di Montefeltro Signora di Sant’Agnese Feltria (+ Bardi 1531) (vedi/see)
L1. Caterina (+ 13-10-1587)
= 1530 Gianfermo Trivulzio 1° Conte di Melzo (vedi/see)
L2. Principe Don Agostino I (+ Milano 1555), 5° Conte della Val di
Taro, Signore di Bardi, Veano, Valdena, Roncarolo, Chiavenna e Fontanazza investito dall’Imperatore Carlo V il 9-11-1536, Principe del S.R.I. dal 1551, 1° Principe della Val di Taro con Val di Ceno dal 1552, riottiene Borgotaro e ne viene investito il 25-5-1551, 1° Marchese di Bardi con Diploma imperiale del 22-10-1551, concessione della zecca per le città di Borgotaro, Bardi e Compiano con Privilegio imperiale dell’8-4-1552; ambasciatore del Duca di Parma a Venezia nel 1545 e a Genova, fu il promotore della congiura contro i Farnese del 1547 che portò all’uccisione di Pierluigi Farnese Duca di Parma. Celebre mecenate.
= 1532 Giulia Landi Signora di Compiano, della pieve di Bedonia
ed erede delle pretese di successione su Varese Ligure, figlia ed erede del Conte Manfredo e di Caterina Visconti Borromeo dei Signori di Brebbia (+ 1546) (vedi/see)
M1. Principessa Donna Ortensia, monaca.
M2. Principessa Donna Porzia (+ 1591), istituisce erede del feudo
di Turbigo il nipote Federico Landi.
= Don Ludovico Gallarati Conte di Desio e Patrizio Milanese
M3. Principe Don Manfredo I (+ in viaggio dalla Spagna verso
l’Italia 1576), 2° Principe della Val di Taro con Val di Ceno, 2° Marchese di Bardi, Conte e Barone di Compiano, Signore di Borgotaro, Valdena, pieve di Bedonia, Roncarolo, Fontanazza, Veano e Chiavenna dal 1555; nominato Vicerè e Capitano Generale del Ducato di Milano nel 1576 ma morì subito senza esercitare la carica.
= 1576 doña Juana Fernández de Cordoba y Aragon, figlia di
don Diego Fernández de Cordoba 3° Marchese di Comares e di doña Juana d’Aragon 4° Duchessa di Sogorb, 5° Duchessa di Cardona, 5° Marchesa di Pallars, Viscontessa di Villamur, 34° Contessa di Empuries, 10° Contessa di Prades, Baronessa di Entença e Grande di Spagna di prima classe (secondo il Béthencourt sarebbe figlia di don Alvaro Fernández de Cordoba Cavallerizzo Maggiore del Re Filippo II di Spagna, e di dona Maria Manoel de Aragon)
M4. Principe Don Claudio I (+ Bardi 1589), 3° Principe della Val
di Taro con Val di Ceno, 3° Marchese di Bardi, Conte e Barone di Compiano, Signore di Borgotaro, pieve di Bedonia, Veano, Valdena, Fontanazza, Chiavenna e Roncarolo dal 1576 (nelle divisioni con il fratello aveva ottenuto Chiavenna, Roncarolo e Veano). Nel 1576 vende Veano agli Zanardi Landi, perde Borgotaro nel 1578 a causa di una ribellione popolare che diede la città ai Farnese; subì la confisca di Roncarolo, Fontanazza e Chiavenna nel 1581 perché partecipò ad una congiura contro il Duca di Parma; Cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano e Governatore della piazza di Lodi.
= 1577 doña Juana Fernández de Cordoba y Aragon, già sua
cognata
N1. Principessa Donna Maria (+ di parto, Monaco 19-1-1599)
= 11-10-1595 Ercole I Grimaldi Signore sovrano di
Monaco, Mentone e Roccabruna (vedi/see)
N2. Principe Don Filippo (+ infante), Marchese di Bardi.
N3. Principe Don Federico I (+ 1633), 4° Principe della Val di
Taro con Val di Ceno, 4° Marchese di Bardi, Conte e Barone di Compiano, Signore di Bedonia e Valdena dal 1589, ereditò Turbigo nel 1591; reggente nel principato di Monaco per conto del nipote Onorato II Grimaldi, Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro dal 1612. Nel 1627 ebbe autorizzazione dall’Imperatore Ferdinando II alla successione di tutti i feudi per la figlia Polissena Maria.
= 1598 Placidia Spinola, figlia di Filippo Marchese di
Venafro, Patrizio Genovese, e di Polissena Grimaldi (+ 1644).
O1. Principe Don Francesco (+ infante), Marchese di
Bardi.
O2. Principessa Donna Giovanna Maria (+ infante).
O3. Principessa Donna Polissena Maria (* 1608 +
Genova 26-2-1679), 5° Principessa della Val di Taro con Val di Ceno, 5° Marchesa di Bardi, Contessa e Baronessa di Compiano, Signora di Bedonia e Valdena dal 1633.
= 1626 Don Giovanni Andrea II Doria 9° Principe di
Melfi (vedi/see)
O4. Principessa Donna Costanza (+ infante).
O5. Principessa Donna Isabella (+ infante).
N4. Principessa Donna Giovanna Maria (+ giovane).
N5. Principessa Donna Giulia (+ giovane).
N6. Principessa Donna Giulia Maria (+ giovane).
N7. Principessa Donna Costanza (+ giovane).
N8. Principessa Donna Isabella (+ giovane).
K4. Conte Giulio, filosofo, biografo e letterato, fu Governatore di Fermo.
K5. Conte Giovanni Battista
J2. (ex 1°) Conte Corrado, diede origine alla linea di Rivalta e Niviano.
J3. (ex 1°) Conte Pompeo, diede origine ai Landi di Chiavenna.
J4. (ex 1°) Laura Caterina (+ 1514)
= Rolando Pallavicino Marchese di Cortemaggiore (vedi/see)
J5. (ex 1°) Giulia
= Gian Antonio del Majno, Patrizio Milanese
G2. Galvano
F3. Corrado, Cavaliere.
E4. Federico
E5. Bianchina
D2. (ex 1°) Corrado
A2. (Parentela incerta) Alberico, comprò dai marchesi Pallavicino i feudi di Scopolo, Pietranera e Grezzo in Val di
Ceno nel 1216.
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