FERRAMOSCA (o FIERAMOSCA)

e LEOGNANI FERRAMOSCA

 

 

Antica famiglia nobile di Capua, dove nel sec. XV possedette il Palazzo Fieramosca, tuttora esitente. La famiglia ottenne franchigie e privilegi da re Ladislao e dalla regina Giovanna II e fiorì principalmente fra il sec. XV e il sec. XVI con celebri militari, poi feudatari del Regno, votati prima alla casa d’Aragona e poi alla corona di Spagna. Si estinse nella casata Leognani dando così origine ai Leognani Ferramosca.

 

 

Pietro (detto Pietro Rosso o Rossetto da Capua) Ferramosca o Fieramosca (* 1420 ca. + post novembre 1485), Nobile di Capua; ebbe da Re Alfonso V d’Aragona la conferma delle franchigie e delle immunità godute dai suoi avi (Torre Annunziata : 29-3-1450); milite al servizio di Francesco Sforza, passa poi al servizio di Re Alfonso V, per il quale combattè in tutte le sue guerre e fu anche milite di re Ferrante I e milita anche per lo Stato di Venezia; Capitano di fanti e poi di provvisionamenti, combattè ad Otranto (1481); per i suoi servigi ottenne la gabella nuova della città di Capua con il figlio Rinaldo (01-06-1484); = N.N.

 

A1. Rinaldo (+ nella difesa di Gaeta 1496), Nobile di Capua; milite dei re d’Aragona; fronteggia i turchi nella guerra di  Otranto (1481); per i suoi servigi ottenne con il padre la gabella nuova della città di Capua (01-06-1484); partecipò alla guerra contro i Baroni ribelli; Governatore di Alvito (1487); venne poi sconfitto a Pomigliano d’Arco dal Précy (1495); 1° Conte di Mignano, Signore di Rocca d’Evandro, Camino, Galluccio (1/8), Camigliano e Romagnano (probabilmente investito insieme al figlio Ettore dopo la rivolta dei Monforte del 1495); feudatario celebre per il valore, la sontuosità, carissimo alla casa d’Aragona; fu infine Comandante di Re Federico d’Aragona all’assedio di Gaeta (1495/1496), dove morì per un colpo di artiglieria; alla sua morte lasciò un ingente patrimonio consistente in feudi, beni burgenseatici (vedialutati in 30.000 ducati), case, terre, armenti, la gabella nuova di Capua e quella del vino; = N.N. (probabilmente una nobildonna capuana), portò in dote la casa di famiglia nella parrocchia di San Michele.

 

B1. Ettore (* Capua 1475/1476 ca. + Valladolid, Spagna 20-1-1515); 2° Conte di Mignano (perse i feudi con la caduta del regno aragonese, riottenendoli poi con il viceregno spagnolo), Signore di Rocca d’Evandro, Camino, Galluccio (che nel 1500 già non apparteneva più a lui), Camigliano e Romagnano (probabilmente investito insieme  al padre dopo la rivolta dei Monforte del 1495); Nobile di Capua; cortigiano (probabilmente paggio) presso Re Ferrante I (1492, con stipendio mensile di 10 ducati); Capitano dei balestrieri aragonesi (1494) contro Carlo VIII di Francia; forse presente alla difesa di Gaeta assediata (1495), ereditò la condotta del padre morto (1496) e fu Comandante di Re Federico I; combatté nelle Marche (1497) dove difese il castello di Offida; con il fratello Guido fu poi Comandante di Fabrizio Colonna (1500) e difesero Capua assediata, snidando anche i Francesi dal castello di Calvi; passato quindi nell’esercito spagnolo capitanò tredici cavalieri italiani nella celebre e vittoriosa Disfida di Barletta (13-2-1503) per cui fu nominato Signore di Aquara (investito il 17-12-1504 dal Re Ferdinando il Cattolico su proposta di Consalvo de Cordova, con la conferma dei titoli familiari); ottenne che Re Ferdinando il Cattolico concedesse privilegi alla città di Capua e che confermasse alla lui ed alla sua casa la Contea di Mignano e i feudi di Rocca d’Evandro, Camino e Camigliano (Medina del Campo, 28-10-1504); partecipò poi alla guerra franco-spagnola, prendendo parte alla battaglia di Cerignola ed all’espugnazione di Capua; in seguito il nuovo Viceré gli impose la restituzione dei suoi feudi (1505), provocando la ribellione di Ettore, che per questo fu imprigionato; non si sa poi se i feudi contestati gli furono restituiti; venne poi scelto dagli abitanti di Capua con il fratello Guido ed altri abitanti a prestare giuramento a Napoli nelle mani del Re Ferdinando il Cattolico (1507); passò quindi in Spagna (1514); morì celibe, sembra (di certo alla sua morte non aveva moglie)

 

 B2. Guido (*  febbraio 1479 + castello di Mignano Monte Lungo 28-9-1531) Nobile di Capua; 3° Conte di Mignano Monte Lungo (1515), Signore di Aquara (che vendette prima del 1523), Camigliano e Romagnano, succeduto al fratello Ettore; combatté con il fratello Ettore alla difesa del castello di Offida (1497); Comandante di un contingente di uomini d’armi (1503); venne poi scelto dagli abitanti di Capua con il fratello Ettore ed altri abitanti a prestare giuramento a Napoli nelle mani del Re Ferdinando il Cattolico (1507); con il fratello Ettore fu poi Comandante di Fabrizio Colonna (1500) e difesero Capua assediata, snidando anche i Francesi dal castello di Calvi; Luogotenente della compagnia di Fabrizio Colonna, venne ferito e fatto prigioniero nella battaglia di Ravenna (1512), ma riuscì ad evadere; il Re di Spagna gli riconobbe poi 500 ducati per ricompensarlo dei danni subiti nella battaglia di Ravenna (1513); Governatore della Capitanata (1523); vendè quindi la gabella nuova di Capua (1526); Comandante degli spagnoli a Mignano Monte Lungo per impedire l’avanzata dei francesi del Lautrec (1527); vendè la contea per soccorrere alle esigenze della corte imperiale, per 5050 ducati, a Francesco Caracciolo, con il consenso del Vicerè Ugo de Moncada (1527) ma il feudo tornò poi alla vedova Isabella; Comandante alla difesa di Manfredonia attaccata da Camillo Orsini (1528); il Principe d’ Orange gli restituì i feudi di Rocca d’Evandro e di Camino tolti ai Monforte (1528); fu poi Comandante degli Imperiali in Toscana (1530); = 1518 Isabella Castriota, figlia di Branilo (detto Bernardo) Conte di Mat e Governatore di Croia e di Maria Zarzari (+ 1541) ed in tale occasione la comunità di Capua gli dona 25 ducati (nel 1531 erede dei beni del marito, scacciò la cognata Porzia ed ottenne il godimento di tali feudi vita natural durante dal nuovo feudatarioAlfonso Castriota, cui erano stati assegnati; ebbe poi un lungo processo nella Regia Camera della Sommaria contro la cognata Porzia). Con costui si estinse il ramo principale della famiglia

 

 

C1. Maria Ferramosca (* 15 ottobre 1510, batt. parrocchia di S. Eligio in Capua, + ante 1566);

 

B3. Cesare (+ nella battaglia navale di Capo d’Orso 1528, sepolto nell’abbazia di Montecassino), Nobile di Capua; militò per gli Aragonesi; fu Luogotenente di Prospero Colonna (1510); Capitano al servizio della Spagna, prese parte alla battaglia di Ravenna (aprile 1512); Capitano del duca Massimiliano Sforza (1512-1513), combattè nel Nord Italia; ottenne dal duca, quale ricompensa delle perdite della guerra, l’assegnazione di vari beni (giugno 1513) e per la condotta vittoriosa gli furono donati 300 ducati dal Cardona (settembre 1513); Capitano del Colonna, combattè nel nord est d’Italia (1513/1515); Capitano degli spagnoli (1515/1516); Maresciallo di campo (1516); ambasciatore (1517); cortigiano dell’Imperatore Carlo V (1520); Comandante della guardia del Castello Sforzesco a Milano (1523); Governatore di Lucera; Viceré della Capitanata; Grande Scudiero; gli furono donate le miniere di ferro di Campoli, poste nelle terre di Stilo e di Castelvetere in Calabria, per i grandi servizi resi al Re di Spagna prima e poi all’Imperatore; Commendatore dell’Ordine di Alcantara (1523); Membro del Consiglio di Guerra Imperiale (1523); gli venne concessa la tassa di 1500 ducati pagata dagli ebrei del Regno di Napoli alla corte; Comandante alla difesa di Cremona (1525); ambasciatore a Roma di Carlo V presso il Papa Clemente VII (1526); si adoperò poi per una tregua tra il Viceré di Napoli Carlo di Lannoy ed il Papa (1527); Comandante imperiale contro i francesi del Lautrec in Puglia (1527); morì per un colpo di sagro nella battaglia navale di capo d’Orso, mentre combatteva sulla nave ammiraglia di Fabrizio Giustiniani, detta la “Gobba”;

 

B4. Alfonso (+ 1526), Nobile di Capua; chierico con beneficio di abbazia; poi milite; partecipò alla Guerra della Santa Lega, nella quale morì.

 

B5. Porzia (+ ante 1557), costretta a rinunciare a tutti i suoi diritti familiari con il matrimonio, ebbe poi una lunga causa con i figli contro la cognata Isabella Castriota e poi contro i suoi eredi Castriota; = Lucera 3-1-1523 Giovan Battista Leognani, Nobile di Civita Sant’Angelo. I loro discendenti assunsero il cognome Leognani Ferramosca

 

C1. Ettore Leognani Ferramosca (+ 1566 ca.); 1° Conte di Mignano Monte Lungo, Signore di Camigliano e  Romagnano (investito nel 1557, dopo aver vinto la lunga causa familiare presso la Regia Camera della Sommaria contro la zia Isabella e poi contro i suoi eredi, per cui ottenne i diritti ed i beni dei Ferramosca a discapito di Alfonso Castriota); Nobile di Civita Sant’Angelo. = Cornelia, figlia di Giovanni Colonna, Nobile Romano, e di Caterina Pellegrino Signora di Campochiaro e Avella (+ Napoli 21-4-1617);

 

D1. Costanza Leognani Ferramosca; = 1559 Cristoforo Albamonte, nobile di Capua, figlio di Guglielmo (uno dei tredici cavalieri della Disfida di Barletta del 1503); la sposa portò in dote il feudo di Romagnano.

 

C2. Cesare Leognani Ferramosca (+ ante 1566); Nobile di Civita Sant’Angelo.

 

C3. Alfonso Leognani Ferramosca, 2° Conte di Mignano Monte Lungo, Signore di Camigliano e Romagnano, con il diritto sul fondaco e la dogana di Napoli (pagò i relevi per la successione al fratello Ettore nel 1566); vendette beni feudali in subasta a Giulio Cesare di Capua (1581); Nobile di Civita Sant’Angelo; = N.N. Da costui discesero i Leognani Ferramosca Conti di Mignano (iscritti poi nel 1800 nel Libro  dei Feudatari del Regno di Napoli con Domenico di Antonio; un ramo disceso da Domenico fu ascritto poi nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1921 con il solo titolo di Nobile)

 

A2. Giovanni (+ post 1486); Nobile di Capua; milite dei sovrani d’Aragona (combattè con il fratello Rinaldo nel 1482); partecipò alla guerra contro i Baroni ribelli.

 

 

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FONTI:

Faraglia, Nunzio Federigo - Ettore e la casa Fieramosca; con appendice e documenti sui cavalieri della disfida di Barletta - Napoli - 1883

Giovanni Bono, Grandi famiglie del Regno di Napoli: Ferramosca, Leognani, Leopardi (secc. XV-XX) in Per la storia del Mezzogiorno medievale e moderno. Studi in onore di Jole Mazzoleni, Roma 1998, tomi 2, pp. XVIII, 1032 (Saggi, 48) http://archivi.beniculturali.it/Divisione_V/schede/sag48.html

Greco, Candido - Civitaquana : storia di un'abbazia e di due castelli : i conti di Penne, Sordello, i Leognano Ferramosca e Castriota - Penne - [2002]

Michitelli, Francesco - Cenni storici di Guido e Cesare Ferramosca - Napoli – 1839

Loffredo, Sabino - Il conte Ettore Ferramosca - [S.l. - 1934?]

G. Grimaldi - Sito di famiglia di Giovanni Grimaldi

 

 

 

 

 

 

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