DE SIMONE

 

Baroni di Caspoli

 

 Documenti

 

 

Trascrizione parziale del “ROGITO DI VENDITA DEL FEUDO DI CASPOLI” (nell’originale sono 50 pagg.). E’ qui riprodotta una copia autentica rilasciata dall’ Archivio Notarile Distrettuale di Napoli, dove è custodito l’originale.

Sono le prime quattro e la 43, 44 e 45 perché in queste ultime vi è un quella interessante postilla conosciuta come “retinenti titulo” cioè l’antenato vendette il Feudo ma non il titolo di Barone. Il regio assensovenne dato l’ 8 agosto 1788 con la formula «Serbata la forma del presente Istrumento», come si può leggere nella nota a margine della prima pagina.

 

Copia di Istromento stipulato da Notaio Donato Antonio Cervelli di Napoli a 29 luglio 1788, con cui il Barone Don Francesco de Simone vende a beneficio del Signor Duca di Mignano e Roccaromana D. Vincenzo Caracciolo del quondam D. Giuseppe, il Feudo di Caspoli per docati diciassettemila ut infra.

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Costituiti nella presenza nostra l’Illustre Signore Don Francesco de Simone Roberto Barone della Terra di Caspoli sita in provincia di Terra di Lavoro che ha per successore in feudalibus Don Giovanni de Simone di lui fratello secondogenito, il quale anche ha figli, figlio del quondam Barone Don Nicola, il quale interviene alle cose infratte per se, suoi eredi e successori da una parte ===

E l’Eccellentissimo Signore Don Vincenzo Caracciolo Duca di Mignano e della baronia di Roccanova,j utile Signore dello Stato di Pietramelara figlio del quondam Duca Don Giuseppe, il quale similmente interviene alle cose infratte per se suoi Eredi e successori dall’altra parte ===

Asserisce in presenza nostra e di esso Eccellentissimo Signor Duca, esso Signore Barone Don Francesco, qualmente al medesimo spetta ed appartiene il detto Feudo di Caspoli, che possiede in Capite Regia Curia e si trova al medesimo intestato nelli libri del Real Cedulario fin dall’anno 1785, quando gli è pervenuto col seguente titolo ===

A 3 giugno 1647 il quondam Don Antonio de Simone Abavo di esso Signor Barone Don Francesco comprò detto Feudo di Caspoli con tutta la sua giurisdizione, vassalli, vendita di vassalli tutti e corpi e ragioni ed ogni altra cosa a detto Feudo addetta ed in esso contenuta, dall’Illustre Principe di Melfi Don Andrea d’Oria per lo prezzo di docati 4.000, in virtù d’istrumento nel detto dì stipulato per Notar Diego de Crescenzo di Napoli, sulla quale vendita fu interposto k il Regio Assenso in forma di Regis Cancellaris, spedito a 27 aprile 1648, siccome apparisce dal Registro di detta Regia Cancelleria in Privileggio del foglio 148 e dietro l’assenso suddetto che fu prestato da detto Barone Don Antonio de Simone col giuramento del Liggiomaggio, e ne ottenne quello dell’assicurazione de’ vassalli, siccome ha detto apparire da Registro di detta Regia Cancellaria in privilegio foglio 183. Tale assenso però non fu registrato nei tempi stabiliti nelli Quinternioni della Regia Camera e nelli libri del Real Cedulario, o per lo meno non si trovò fatta detta registrazione; per lo che, essendo seguita la morte del detto Barone Don Antonio nel 1668, di cui fu dichiarato Erede in Feudalibus il di lui figlio Don Lorenzo Avo di esso Signor Barone D. Francesco, contro del medesimo fu spedita significatoria sotto il dì 30 agosto 1670 per lo rilevio dovuto alla Regia Corte per detto Feudo di Caspoli per la morte di detto fu Barone D.Antonio. l Il detto D.Lorenzo possedé detta terra di Caspoli per quanto visse, ed essendo morto nel dì 30 novembre dell’anno 1698, con decreto della Gran Corte del dì 3 marzo 1699 ne fu dichiarato Erede il di lui figlio D. Nicolantonio Lelio de Simone, così nelli feudali come nelli burgensatici, siccome ha detto apparire dal decreto di Preambolo spediti dalla Gran Corte in detto dì in Banca di Tagliaferro presso Raimondo Tagliaferri e sebbene non si fosse immediatamente pagato dal detto D. Nicola il rilevio, fu pagato però nel 1708 coll’anticipazione che ne fu ordinata a tutti i Baroni, tralli quali detto Barone di Caspoli, siccome fu pagato l’altro relevio anticipato dall’istesso Barone D. Nicolantonio nel 1743, il quale importò docati 29.50 che furono introitati dalla Regia Corte===

Asserisce dippiù esso Signor Barone D. Francesco, che nel 1698, possedendo detta terra di Caspoli il mentovato D.Lorenzo figlio del quondam D.Antonio fu formata

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ml  esso Sig. Barone D.Francesco ===,

E li restanti docati 1.400 a complimento delli docati 17.000 debba esso eccellentissimo Sig. Duca di Mignano, siccome avanti a noi promette e si obbliga, darli e pagarli a detto Sig. Barone, subito che sarà interposto il cennato decreto del Sacro Collegio presso gli atti dello Scrivano del Duca in Banca di Graziano nella maniera ut supra sta espresso ===

Del qual prezzo esso Sig. Barone si è chiamato, e si chiama, ben contento perché troppo vantaggioso, siccome ad oggetto delle gravi spese che far dovrebbe esso Sig. Barone, addossare ad esso Eccellentissimo Sig. Duca compratore. E se detta Terra e Feudo colli suddetti corpi, diritti, e ragioni valesse di più (cosa che non è) esso Sig. Barone spontaneamente in presenza nostra ha donato, e dona a beneficio di esso Eccellentissimo Sig. Duca, donatione titulo irrevocabiliter inter vivos ===

Ita che da oggi in avanti, et in perpetuum, la detta Terra mmdi Caspoli, e suo utile dominio (salvo Assenso impetrando) con i suoi diritti ed azioni, Castello, sua Fortezza,Ville e Casali, uomini e vassalli e rendite di essi membri, corpi ed introiti, diritti azioni e pertinenze qualsiasi, così Feudali come burgensatiche, la giurisdizione, esercizio di essa spettante ad esso Sig. Barone D.Francesco per qualsivoglia titolo, anche particolare, eccetto del titolo di Barone, che s’intende ad esso riserbato per poterne disporre come li pare e piace di detto titolo, in qualsiasi modo e sempreché il Regio Fisco lo avesse concesso, colla giurisdizione delle prime e seconde cause, civili criminali e miste, e con tutti i corpi ut supra descritti, e con la facoltà di reintegrare, passi e sia nell’utile dominio, possessione e percezione, di esso Eccellentissimo Sig. Duca, con tutti i diritti ragioni ed azioni che spettassero ad esso Barone D.Francesco, etiam attenta la ricompera fatta di detta tenuta ===mn

E con la facoltà e potestà ad esso Eccellentissimo Sig .Duca  di chiedere, domandare ed agire rivocare e reintegrare qualsivogliano beni e diritti e ragioni così Burgensatiche che Feudali, spettanti ed appartenenti a detta Terra e Feudo di Caspoli e di lui utile padrone che spettassero, appartenessero, al medesimo o al suddetto Feudo indebitamente alienate, o dismembrate senzacchè per la reintegrazione di qualsiasi corpo, diritto, o ragione esso Eccellentissimo Sig Duca sia tenuto a cosa alcuna a benefizio di esso Sig. Barone. Intendendosi la facoltà di reintegrare, nel prezzo stesso contenuta, non essendo rimasto ad esso Sig. Barone cosa alcuna, e viceversa la suddetta reintegra non sia a cosa alcuna tenuto esso Sig. Barone, ne di diritto ne di fatto, ma solamente cedute le ragioni che gli spettano, tali quali senza evizione, e promessa alcuna ===

Si è espressamente convenuto, che possa e voglia esso Eccellentissimo Sig.Duca, non solamente prendere il possesso della Terra mo e Feudo suddetto, con tutti i suoi diritti, ragioni ed azioni

 

 

 

Trascrizione di un passo tratto dal settecentesco Atto di vendita del Feudo di Caspoli.

Come si può  notare  si tratta di un tipico atto di vendita di un Feudo del napoletano, redatto secondo un formulario stabilito per i Feudi maggiori, nel quale sono evidenziati sia i poteri che lo Stato aveva delegato a questi, sia che alla fine del ‘700 Caspoli era strutturalmente più grande di oggi.

E volendo esse parti mandare ad assetto la suddetta convenzione, ed effettuare la vendita suddetta,  quindi è da kq avanti di noi esso Sig. Barone D.Francesco, non per forza o dolo alcuno, ma per ogni migliorvia spontaneamente avea asserito avere, tenere e possedere nel modo e per le cause ut supra espresse, come utile Signore e Padrone il detto Feudo di Caspoli sito in provincia di Terra di Lavoro con tutti i suoi corpi, rendite ed entrate, giurisdizioni, vassalli e privilegi da ora liberamente ed in perpetuum, senza alcun patto di ricomprare, o riavere (salvo Regio Assenso impetrando) ha quello venduto ed alienato in perpetuum a beneficio di esso Eccellentissimo Sig.Duca di Mignano D. Vincenzo Caracciolo presente, ed accettante per se suoi eredi e successori in perpetuum, giusta la natura del Feudo e servata la forma de’ privilegi e concessioni la suddetta Terra e Feudo di Caspoli con tutti i suoi diritti e ragioni ed azioni con i suoi casali, ville, castello, seu fortezza, palazzo, uomini, kr vassalli e rendita dei vassalli, angarie e periangarie, servizi reali e personali, Feudi e Suffeudi quaternati e non quaternati, frutti, censi, introiti e rendite qualsivogliano così  in denaro che in altro consistenti, Masserie, Giardini, Vigne, decime, servitù, taverne, osterie, trappeti, molini, piani, valli, montagne, pascoli, fide e diffide, gabelle, dogane, Dazi, Scannaggi, Portolania, Zecca di peso e misura, diritti di piazza, Acque, acquarumque decursibus, Rive, Fiumi, Ponti, Pesche, Cacce, Jus patronati Ecclesiastici, ed altri diritti reali ed onorifici, e con tutti gli altri beni, membri ed introiti, azioni e pertinenze, così feudali che burgensatici che ad esso Barone D.Francesco spettano ed appartengono, in virtù dei privilegi e cautele, e col Banco della giustizia, e giurisdizione delle prime e seconde cause, civili, criminali, e miste, e col mero e misto imperio, colla potestà del gladio, con le quattro lettere arbitrarie, e colla facoltà di comporre li e transigere delitti, e commutarne la pena corporale in pecuniaria, e quella di rimettere in tutto o in parte, soddisfatta prima la parte lesa, e con tutte le prerogative che sono de Jure Baronii, e del Feudo con tutti i suoi membri, introiti, corpi ed entrate, et signatur coll’infratti corpi==

 

 

 

INDICE DELLE FAMIGLIE NOBILI DEL MEDITERRANEO

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Comitato Scientifico Scientifico Editoriale del
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Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea
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(Presidente: il XIII duca di San Donato, dott. don Marco, marchese Lupis Macedonio Palermo dei principi di Santa Margherita)

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