D’AYERBE D’ARAGONA  o ARAGONA de AYERBIS

(AYERBE, AYORBE, AYERBIS)

 

 

Dinastia originata da Pietro d’Ayerbe (+ 1318), nato dalle nozze segrete di Giacomo I Re d’Aragona con la sua amante Teresa Gil de Vidaure. Pietro ebbe dal padre il feudo e il castello d’Ayerbe, da cui prese il cognome. Un suo figlio naturale, Jaume de Ayerbe, ebbe investitura del feudo di Partenoy e diede origine ai Baroni di Partenoy e signori di Liso

 Un suo pronipote, Sancio de Ayerbe di Partenoy (sposa Maria de Urries), venne in Italia all’epoca della conquista aragonese.

 

 

Sancio d’Ayerbe, Cavaliere catalano, fu al servizio di Alfonso V Re d’Aragona quando questo passò alla conquista del Regno di Napoli; ebbe investitura della baronia di Simeri. Sposa Bianca, figlia di Arnaldo Sanz dei Signori di Caivano e di Maria Mugnoz

 

 

A1. Alfonso (detto Alonso) d’Ayerbe d’Aragona (+ 4-6-1520), 2° Barone di Simari, investito 1° Conte di Simeri (Simari)

       con Diploma dell’Imperatore Carlo V del 20-8-1519 in cui venne confermata la parentela con la famiglia d’Aragona, il

       permesso di usare tale cognome e l’arma della dinastia (dei pali d’oro e rossi) – i discendenti spesso anteponevano il

       cognome d’Aragona a quello d’Ayerbe e la grafia del cognome era mutevole (d’Ayerbo o Ayerbis); fu al servizio del Re

       di Napoli Ferdinando II, poi degli aragonesi e infine dell’Imperatore Carlo (vedi

       = 1496/1498 Geronima Ruffo Signora di Palizzi e Brancaleone (Rilevio del 9-10-1516), figlia ed erede di Antonello

           Signore di Palizzi e Brancaleone e di Alfonsina Toraldo (+ post 1520) (vedi/see)

 

       B1. Michele (+ 3-10-1548), 2° Conte di Simeri, Signore di Palizzi e Brancaleone dal 1520 (Rilevio del 5-6-1521); fu

              al servizio dell’Imperatore Carlo V e si distinse nella campagna in Provenza nel 1538; al genero G.B. Carafa

              assegnò il castello di Brancalone con annui ducati 288:3:15 a compimento della parte di dote della figlia Girolama di

              cui era ancora debitore, il 22-4-1545.

a)      = Camilla Spinelli, figlia di Carlo 1° Conte di Seminara e di Eufemia Siscara dei Conti d’Aiello (vedi/see)

b)      = Giulia, figlia di Antonio Siscara 3° Conte d’Aiello, Barone di Savuto, Pietramala e Tacina, e di Ippolita

         Toraldo dei Signori di Toraldo e Mola di Bari

c)      = Marina Borgia, figlia di Goffredo 1° Principe di Squillace e di Maria Milano d’Aragona (de Milà) (nipote del

         Papa Alessandro VI)

 

C1. (ex 3°) Alfonso (+ 11-10-1588), 3° Conte di Simeri, Signore di Palizzi e Brancaleone dal 1548 (Rilevio del

       21-1-1550), vende la contea di Simeri a Pietro Borgia Principe di Squillace, compra il feudo di Grotteria e ne

       viene investito 1° Marchese il 20-4-1583; fece un patto redimenti con Troiano Spinelli Principe di Scalea sul

       feudo di Brancaleone, successivamente nel 1571 ne fece un altro con Cristoforo La Rocca per la somma di

       20.000 ducati (tale feudo fu infine venduto ad Eleonora Spadafora per 30.000 ducati); nel 1580 vende il feudo

       di Palizzi a Francesco Romano Colonna.

       = Diana de Guevara, figlia di Alfonso 4° Conte di Potenza e di Donna Beatrice d’Avalos d’Aquino d’Aragona

          dei Principi di Francavilla

 

       D1. Inigo (+ 13-6-1592), 2° Marchese di Grotteria dal 1588.

              = Isabella Concublet, figlia di Giovanfrancesco II 2° Marchese d’Arena e di Beatrice Branciforte dei Conti

                 di Mazzarino

       D2. Pietro (+ 25-2-1596), 3° Marchese di Grotteria nel 1592; comprò a mezzo di prestanome le terre di

              Motta e Torre Bruzzano per la somma di 21.000 ducati esercitando il diritto di prelazione e lo jus redimenti

              nei confronti della famiglia Dainotto (già proprietaria di tali feudi) con Regio Assenso del 15-5-1592; nel

              1596 ne fece formale cessione al nipote Federico Staiti rilasciando dichiarazione secondo cui aveva

              comprato Motta e Torre Bruzzano a nome, per conto e con denaro del medesimo.

              = Isabella, figlia di Francesco Ioppolo e di Giacoma (Loffredo)

 

               E1. Vincenzo (+ 9-1606), 4° Marchese di Grotteria dal 1596.

               E2. Francesco (+ giovane poco dopo 1606), 5° Marchese di Grotteria dal 1606.

   E3. Gaspare (+ 16-8-1651), 6° Marchese di Grotteria (feudo venduto nel 1631) ma rinuncia a favore

         del figlio nel 1613.

         = 2-12-1609 Donna Girolama de Curtis, (vedi/see)  Principessa di Cassano, figlia ed erede del Principe Don

            Camillo e di Caterina Carafa

 

          F1. Pietro (+ 22-9-1630), 7° Marchese di Grotteria per rinuncia del padre dal 1613.

          F2. Don Filiberto, 1° Principe di Cassano per successione materna.

                = (capitoli matrimoniali: 2-4-1644, notaio Giovanni Andrea Gervasi, di Lecce) Donna Laura

                   Guarini Duchessa d’Alessano, figlia ed erede del Duca Don Emilio e di Maria Paladini

                   (+ 29-10-1699).

 

     G1. Donna Caterina (+ 11-6-1703)

            = Don Giacomo Marchese Principe di San Vito e Crucoli

     G2. Don Giuseppe (* Alessano 31-8-1650 + 1698), 2° Principe di Cassano, 1° Duca

            d’Alessano e Signore del casale d’Acquarica del Capo (il ducato di Alessano era formato

            dalla città omonima, dai casali di Patu e Castrignano, ½ di Salignano e alcune quote di S.

            Dano e Arigliano); aggregato al patriziato napoletano per il Seggio di Porto (concessione del

            26-11-1685, esecutiva 17-2-1686).

            = Milano 1670 (secondo il Serra, ma la data più probabile sembra essere 1673) Donna

               Caterina Trivulzio, figlia del Principe Don Ercole Teodoro e di Donna Orsina Sforza dei

               Marchesi di Caravaggio (* 1657 + Alessano 17 o 18-12-1724) (vedi/see)

 

 H1. Donna Sancia (* 167… + ?)

        = 1696 Marino Caracciolo 6° Marchese di Sant’Eramo (vedi/see)

 H2. Donna Petronilla (* Alessano 29-1-1675 + ?), monaca “suor Maria Agnese” nel

        monastero del Gesù a Napoli dal 1692.

 H3. Don Nicola Michele (* Alessano 29-7-1676 + 1-12-1727), 3° Principe di Cassano

        e 2° Duca di Alessano dal 1698, Patrizio Napoletano.

        = Donna Ippolita Montalto, figlia di Don Nicola Maria 3° Duca di Fragnito e di Donna

           Faustina Loffredo Marchesa di Pietralatrone (+ 13-7-1746) (vedi/see), già vedova di Don

           Francesco Scipione Filomarino 6° Principe della Rocca d’Aspro.

 H4. Don Felice (* Alessano 25-5-1680 + ?), Patrizio Napoletano, Cavaliere dell’Ordine

        di Malta dal 1687.

 H5. Don Ercole Michele (* Alessano 7-9-1682 + 13-8-1735), Patrizio Napoletano,

        Vescovo di Mileto dal 1723  trasferito ad Aversa nel 1734. Nel 1723 fondò a Mileto

        l'Accademia Milesia che si occupava di storia e letteratura, nel 1725 donò una

        campana alla cattedrale di Mileto.

 H6. Donna Eleonora (* Alessano 3-5-1683 + ?), monaca “suor Maria Anna” nel

        monastero del Gesù a Napoli dal 1703.

 H7. Don Filiberto (* Alessano 15-1-1684 + 28-4-1743), Patrizio Napoletano, Chierico

        Regolare Teatino “frà Vincenzo Maria”, Arcivescovo di Cosenza dal 2-7-1725.

 H8. Don Emilio (* Alessano 9-4-1689 + 4-5-1739), 4° Principe di Cassano e 3° Duca di

        Alessano dal 1727, Patrizio Napoletano.

        = 24-3-1728 Settimia Grimaldi, figlia di Giovanni Battista Marchese di Pietravarano,

           Patrizio Genovese e Patrizio Napoletano, e di Teresa Mignanelli, Nobile Romana

 

        I1. Don Giuseppe II (* Alessano 4-4-1729 + 18-1-1784), 5° Principe di Cassano e

             4° Duca di Alessano dal 1739.

        I2. Don Felice (* Alessano 8-7-1730 + Napoli 17-10-1784), 6° Principe di Cassano

             e 5° Duca di Alessano dal 18-1 al 17-10-1784.

             = Napoli 18-6-1781 Donna Eleonora Carafa, figlia di Don Carlo Maria 5° Principe

                 di Belvedere e di Donna Giulia Maria Caracciolo dei Principi di Avellino

                 (+ Napoli 17-4-1837).

 

  J1. Donna Maria Francesca (* Napoli 13-2-1783 + infante).

  J2. Don Giuseppe III (* Napoli 4-6-1784 + ivi 8-7-1837), 7° Principe di

        Cassano e 6° Duca di Alessano dal 1784 e Patrizio Napoletano.

        = Napoli 4-6-1805 Donna Maria Caterina Riario Sforza, figlia del 3° Duca

           Don Nicola e di Donna Giovanna di Somma dei Principi del Colle (+ 9-6-

           1853) (vedi/see)

  J3. Donna Maria Domenica (* postuma, Napoli 20-6-1785 + ivi 5-7-1837)

        = Napoli 14-1-1801 Marchese Don Giovanni Agostino Serra 8° Principe di

           Gerace, Patrizio Napoletano e Patrizio Genovese (vedi/see)

 

        I3. Don Giovanni Battista (* Alessano 24-5-1731 + ?), Patrizio Napoletano,

             Cavaliere dell’Ordine di Malta dal 29-1-1733.

        I4. Donna Maria Anna

    = 1750 ca. Saverio Guglielmo dell’Antoglietta 2° Marchese di Fragagnano (* 1707

       + post 1764).

        I5. Don Ercole (* Alessano 31-12-1736 + 2-1-1779), Patrizio Napoletano.

        

 H9. Donna Angelica, monaca “suor Maria Grazia” nel monastero di San Paolo a Milano.

           

          F3. Carlo

          F4. Goffredo

          F5. Giacoma

          F6. Paolo (* 1-2-1627 + Cassano 27-9-1633).

          F7. Elisabetta (* Cassano 7-11-1628 + ivi 28-9-1633).

          F8. Giulia Maddalena (* Cassano 17-2-1630 + ivi 28-9-1633).

          F9. Giovanna

            =  don Francesco Aragona de Ayerbis dei marchesi di Grotteria; barone della Galea, figlio di don Andrea

                e donna Livia Grillo (vedi più avanti)

 

   E4. Eleonora

         = Mario d’Ayerbe d’Aragona dei Baroni di Providente (vedi oltre)

   E5. Veneranda, monaca nel monastero del Gesù a Napoli.

   E6. Francesca

a)      = 1600 Giacomo Giffone 1° Marchese di Cinquefrondi (+ 6-1616);

b)      = 9-8-1620 Nobile Francesco Pescara

 

       D3. Michele

       D4. Ippolita

a)      = Nobile Andrea Staiti, di Brancaleone

b)      = Francesco de Spes Barone di Bovino

 

C2. (ex 3°) Girolamo (+ 10-8-1591), Barone di Providente (feudo da lui acquistato).

       = ……….

 

       D1. Giacomo, 2° Barone di Providente.

       D2. Mario

              = Eleonora d’Ayerbe d’Aragona dei Marchesi di Grotteria (vedi sopra)

 

              E1. Giacomo

              E2. Gaspare

              E3. Girolamo

              E4. Camillo

              E5. Ferdinando

              E6. Olimpia

                     = Giacomo Giffone 3° Marchese di Cinquefrondi

       D4. Vittoria (+ 21-10-1651)

              = 4-11-1595 Cesare di Capua (vedi/see)

 

              C3. (ex 3°) Ferdinando (* Catanzaro 15... + in Linguadoca 1605), Frate Minore Cappuccino con il nome di “Frà

                     Bonaventura da Catanzaro”, Visitatore Generale delle Province Cappuccine di Reggio Calabria, Foggia e

                     Messina, Guardiano del Convento di Santa Maria della Sanità di Tropea nel 1598, eletto Provinciale di Reggio

                     Calabria nel 1598, nel 1599 e nel 1600, Commissario Generale delle Province Cappuccine di Spagna e

                     Francia dal 1600.

C4. (ex 3°) Francesco

              C5. (ex 3°) Cesare, si trasferì a Catanzaro dove fu aggregato al patriziato locale.

Cesare, fratello di Alfonso degli Ayerbis d'Aragona, conte di Simari, si trasferì nella città di Catanzaro. All'inizio del Seicento il suo figlio, Giovanni degli Ayerbis d'Aragona, venne a Crotone [1]. Da Giovanni nacquero Gio. Battista, Cesare Juniore [2], Michele, Victoria. A Crotone gli Aragona strinsero rapporti economici soprattutto con i Lucifero, entrando a far parte delle fazioni, che si contendevano il predominio sulla città. Un atto notarile del 1631 getta luce sulla loro partecipazione ai sanguinosi scontri tra le casate. "Essendo successo l'homicidio in persona di Gio. Fran.co Mangione si fornì informatione et inquisitione contro don Michele d'Ayerbe de Aragonia tanto in questa Regia Corte di Cotrone come anco nella Regia Audientia di Calabria Ultra et gia corte della Vicaria, dalle quali fu citato, reputato contumace forbandito et finalmente pregiudicato de homicidio detto don Michele".

[1]. ANC. 118, 1627, 54(vedi [2]. Cesare de Ayerbis de Aragonia presenzia il 16 ottobre 1636 come padrino al battesimo di Giuseppe Lucifero, figlio di Horazio e Maddalena della Motta Vigliecas, Libro battezzati S. Salvatore, AVC.

       =  donna Laura Campitelli dei baroni di Melissa e futuri principi di Strongoli, figlia di don Giovanbattista, 1° conte di Melissa investito

        il 17 luglio 1591 da re Filippo II, che nel 1605 Acquista dal principe di Bisignano Sanseverino, il feudo di Strongoli per ducati 70.000

        e di donna Caterina Moles

 

            D1. Giovanni de Ayerbis d’Aragona, nel 1627 si era già trasferito a Cotrone (i discendenti come

                      cadetti della Casa Principesca di Cassano avevano il diritto al trattamento di Don e Donna) 

                = donna Giulia Piterà

 

                E1. Don Cesare Juniore, il 16-10-1636 fu Padrino di Battesimo di Giuseppe Lucifero (figlio di Orazio e

                      Maddalena de la Mota Villegas).

                      = Giovanna, figlia di ……… Barricelli(s), Nobile Patrizio di Cotrone

                E2. Don Giovanni Battista detto Titta (+ ante 1668), aveva acquistato alcune case da Giulia Piterà e da

                      Giovanni Agostino Sperandio, contigue fra loro e site nella Parrocchia di San Pietro, erano composte

                      da varie parti di diverse altezze ed avevano “un cortiglio coperto et casaleno con la loggetta”,

                      eresse un Altare Gentilizio sotto il titolo della Immacolata nella Chiesa di San Francesco dei Frati

                      Minori di Cotrone.

a)      = 1657 (dote di 1.400 ducati in terre – parte delle Gabelle Spatarello e Piano delle Mendole – e

         400 ducati in beni di lino, bambace, lana, seta, argento, oro e perle, oltre che diversi crediti e 15

         animali vaccini, per una somma totale oltre i 2.000 ducati) Laura Presterà, vedova di Cesare

         Suriano, figlia di Cesare Presterà, Nobile Patrizio di Cotrone, e di Gesimunda de Susanna

b)      = Dianora Suriano, figlia di Decio Suriano, Nobile Patrizio di Cotrone, e di Beatrice de la Mota

         Villegas (la quale si risposò nel 1668 con Giovanni Paolo Pipino, Nobile Patrizio di Cotrone ed

         ancora viveva nel 1677).

 

                F1. (ex 2°) Don Pietro (+ post 1677).

                F2. (ex 2°) Don Giacinto (+ post 1728), iscritto al Patriziato di Cotrone nel Sedile di San Dionigi

                       l’Areopagita nell’anno 1720, all’inizio del XVIII secolo trasformò le case paterne in un palazzo

                       organico (nel 1711 e nel 1715 ne vennero definiti i limiti catastali: confinava con le case di

                       Domenico Capocchiano, e le vie pubbliche, mediante le case dotali di Antonio Suriano, poi di

                       Giuseppe Riccio, e le mura della città), possedeva le Gabelle di Olivella e Scurò, nonché la vasta

                       tenuta dei Ponticelli con vigne e giardino (confinante con le tenute di Bruca Sacrata, Margarita e

                       Crepacuore), ove fece costruire un casino di campagna e fece attraversare le dette terre da una

                       strada da lui fatta costruire che congiungeva la strada pubblica di Crepacuore a quella di Margarita

                 = (con ricca dote) Agnese Berlingieri, figlia di Cesare Ottaviano Berlingieri, Nobile Patrizio di

                     Cotrone, e di Faustina de Modio (+ post 1728) (vedi/see)

 

                 G1. Don Gregorio (* 1691 + Cotrone 1760), venne iscritto al Patriziato di Cotrone nel Sedile di

                        San Dionigi l’Areopagita nell’anno 1720, era detto nei pubblici documenti “privilegiato come

                        famiglia spagnola de sanguine regio”, Regio Secreto e Mastro Portulano di Cotrone dal

                        1720, Regio Governatore di Barletta dal 1728, nel gennaio 1723 eresse la Cappella di

                        Famiglia in cornu evangelii (a sinistra dell’Altar Maggiore) nella Chiesa di San Giuseppe con

                        altare ed “effigfe et natura” di San Gregorio Taumaturgo (cui era dedicata), dotandola di

                        statua lignea del protettore e dell’annua rendita di ducati 15, nel 1728 ottenne da Papa

                        Benedetto XIII un Breve Pontificio con cui gli si dava permesso di far celebrare messa nella

                        cappella privata del palazzo e che vi potessero assistere i suoi genitori, i figli, i consanguinei e

                        gli affini, i servi e familiari ed i nobili ospiti del suo palazzo, nel 1731 acquistò un casino sito sul

                        molo di Cotrone da Francesco Cesare Berlingieri ma lo rivendette a questi nel 1748, ingrandì

                        il palazzo di famiglia e dovette stipulare un accordo coi Capocchiano (atto rogato il 6-9-1719

                        dal Notaio Stefano Lipari) perché gli innalzamenti recavano loro danno, aveva concesso parte

                        dei beni della tenuta di Ponticelli in uso di osteria o taverna a Giuseppe Roccafuoco (come

                        risulta dal Catasto Onciario del 1743), contrasse debiti con parenti: nel 1740 prese in prestito

                        (con tasso del 5 per 100) dai fratelli Suriano prima 1.000 ducati e poi altri 400 e per far

                        fronte ai debiti dovette vendere nel 1756 e nel 1759 a Raffaeele Suriano parte dei terreni di

                        Ponticelli.

                  = Cotrone 5-1716 (dote di 2.000 ducati) Maddalena (Anna ?) Lucifero, figlia di Fabrizio

                      Lucifero, 1° Marchese di Apriglianello (Aprigliano) e Nobile Patrizio di Cotrone, e di

                      Teresa Barricellis

 

                  H1. Don Alfonso (* Cotrone 1717 + post 1796)  Nobile Patrizio di Cotrone, era qualificato

                         “Discendente di Sangue Regio e come tale gode tutte le prerogative e privilegi, e

                          ciò come Secondi Geniti della Casa de Prencipi di Cassano” e degli “antichi conti

                          di Simari, marchesi della Grutteria”, ereditò dal padre oltre alle terre e casino di "Li

                          Ponticelli" (che nel 1760 era così descritto: "chiuso di fosso e consistente in terre rase

                          e aratorie, con giardino con vigne, torre, alberi fruttiferi, capelliera, di presente

                          esistente in caselle seu case di ape numero duecento, ed un casino con diversi

                          membri ed edificii con chiesa rurale di San Giovanni Battista”, al palazzo, ben

                          arredato e fornito di una colta e ricca biblioteca, anche numerosi debiti cartolarii e

                          instrumentarii, che assommavano a più di 1000 ducati, essendo indebitato con la famiglia

                          Suriano (nel 1763 risultava addirittura debitore di una clarissa, Suor Angela Suriano),

                          dovette vendere altre parti dei Ponticelli a Bernardino Suriano (come risulta dal Catasto

                          Onciario del 1793), nel 1790 fu nominato dalla Cassa Sacra Amministratore dei beni

                          degli enti ecclesiastici soppressi o sospesi, secondo il Catasto Onciario del 1793

                          manteneva i privilegi antichi “come famiglia spagnola di sangue regio, gode come

                          cittadino, e paga la bonatenenza, come privilegiato”, abitava il Palazzo di famiglia di

                          cui aveva affittato due bassi come botteghe, nel 1796 gli fu impedito dalla Gran

                          Corte di Vicaria (presso cui era ntervenuta la nipote Maria Elisabetta) di alienare o

                          distrarre il Palazzo di famiglia, che era garanzia della dote della figlia

                    = 1738 Cassandra Milelli, figlia di Nicola Milelli, Nobile Patrizio di Cotrone, e di

                       Margherita de Modio

 

                    I1. Don Giacomo, Nobile Patrizio di Cotrone, gesuita; ebbe in dono dal padre nel

                         1772 in fondo di Ponticelli "con pesi, obbligazioni, ed altri jussi e raggioni e colla

                         speciale ippotega sopra il prenominato suo palazzo d'abbitazione" e nel 1791 lo

                         vendette a Diego Grimaldi.

                    I2. Don Carlo (* Cotrone 1741 + 19-10-1795), Nobile Patrizio di Cotrone; Capitano

                                                              nel Reggimento di Fanteria Nazionale “Calabria”.

                         = Orbetello 29-6-1775 Nobile Anna Grazi, da Orbetello

 

                          J1. Don Alfonso (* Venafro 177… + ?), Nobile Patrizio di Cotrone.

                               = Viterbo 1808 Anna Lomellino 

                          J2. Don Federico (* Capua 9-12-1777 + 31-1-1778), Nobile Patrizio di Cotrone.

                          J3. Donna Maria Elisabetta (* Capua 9-2-1779 + ?).

                          J4. Donna Maria Maddalena (* Palermo 12-4-1780 + ?).

                          J5. Donna Maria Agnese (* Capua 17-10-1781 + ?).

                          J6. Donna Maria Amalia (* Capua 20-11-1783 + ivi 1-2-1784).

                         

                    I3. Don Filiberto (* 1741 + 19-4-1759), Nobile Patrizio di Cotrone, Ufficiale nella

                         marina napoletana.

                    I4. Don Ercole Michele (* 174…. + ?), Nobile Patrizio di Cotrone.

                    I5. Donna Maria Giuseppa (*Cotrone 21-3-1749 + 18…)

                   = 1771 (dote di 1.200 ducati da conseguirsi alla morte dei genitori e in garanzia della

                       quale furono ipotecati il Palazzo di Cotrone ed il casino di Ponticelli) Giovanni

                       Battista Brescia, Nobile di Stilo

 

                    J1. Elisabetta Brescia d’Aragona (* Cotrone 4-6-1778 + 18…), portò in

                          eredità ai Grimaldi il Palazzo Ayerbis.

                    = Cotrone 1791 (dote di 500 ducati da prelevarsi dai 1.200 dati alla madre in

                       dote) Mirtillo Grimaldi, Nobile Patrizio di Cotrone e Nobile di Catanzaro

                       (*Cotrone 16-III-1770, +18…)

 

                    I6. Donna Francesca o Checchina

                    I7. Donna Agnese, nel 1762 entrò come Novizia nel Monastero di Santa Chiara di

                          Cotrone, dove professò i voti di Monaca Clarissa con il nome di Suor Maria

                          Elisabetta.

 

            H2. Don Federico (* Cotrone …. + ?), Nobile Patrizio di Cotrone, Capitano del

                   Reggimento di Fanteria Nazionale “Calabria”.

 

          F3. (ex 2°) Donna Vittoria, entrò come Novizia nel Monastero di Santa Chiara di Cotrone nel 1723,

                 professò i voti di Monaca Clarissa con il nome di “suor Maria Anna” nel 1724, Badessa del

                 Monastero dal 1754 al 1756.

          F4. (ex 2°) Donna Francesca

           = Alessandro Juniore Barricellis, Nobile Patrizio di Cotrone (*169… + 1741).

          F5. (ex 2°) Donna Antonia (+ ante 1743)

           = 1692 (dote di 2.200 ducati, comprendente il terreno La Mortilla e il valore di un palazzo da

              acquistarsi) Dionisio Pipino, Nobile Patrizio di Cotrone e Sindaco dei Nobili di Cotrone nel

              1721/1722 (* 1677 + post 1743).

    F6. (ex 2°) Donna Beatrice

 

               E3. Don Michele, nel 1631 durante le lotte tra le fazioni nobiliari di Cotrone ammazzò il Patrizio Giovanni

                     Francesco Mangione, riconosciuto colpevole  in contumacia dalla Regia Corte di Cotrone e dalla Reale

                     Audienzia di Calabria Ultra, venne perseguitato dai parenti dell’ucciso e si offrì di farsi frate onde

                     placare la loro ira ma i Mangione non rimasero soddisfatti dell’offerta e continuarono a perseguitarlo

                     finché non vennero indotti dai moniti di diversi prelati ad accettare l’offerta, cosicché Michele nel 1631

                     prese i voti di Frate Minore Cappuccino nel Convento di Santa Maria di Portosalvo di Cotrone

               E4. Donna Vittoria, nel 1664 viveva con le figlie Giovanna e Lucrezia ed era già vedova

               = Lelio Montalcino, Nobile Patrizio di Cotrone, Sindaco dei Nobili di Cotrone nel 1647/1648

 

      D2. donna Maria dei marchesi di Grotteria

      = don Giuseppe  Spina da Melicuccà; primogenito, 1° barone di Paterna, figlio di Lorenzo Spina d'Aragona seniore (venne da Madrid

            a Napoli nel 1500 secondo gli appunti del Serra di Gerace pag. 143) e di Laudomia Marino

Con Regio Assenso del 1616, registrato nel Quintenione 58, f. 231, acquistò (o forse rivendicò come risulterebbe da carte conservate in famiglia) il feudo di Paterna per il prezzo di ducati 6.600 da Cila Giovanni Gennaro. Non risulta abbia preso intestazione, ma il suo legittimo possesso viene confermato dal relevio pagato dall'erede. Sposò Maria d'Aragona de Ayerbe, figlia di Cesare (a sua volta figlio ultrogenito di Michele 2°, Conte di Simeri) e di Laura Campitelli.

cfr. M. Pellicano Castagna, La storia dei Feudi etc. , Vol IV, pag 50

D3. don Andrea dei marchesi di Grotteria

cfr.: Mario Pellicano Castagna, Il feudo e la Torre della Galea e la famiglia d'Aragona De Ayerbe, sta in "Rivista Storica Calabrese", a. X-XI n.s., 1989-1990, 1-4, p. 351

= donna Livia Grillo dei baroni di Garreri da Oppido, poi moglie di don Giovan Giacomo Cicala, famiglia che eredita dagli Strivieri nel '500 il feudo della Galea presso Gioiosa Jonica

        E1. don Francesco dei marchesi di Grotteria; barone della Galea

        = donna Giovanna Aragona de Ayerbis,  figlia del marchese don Gaspare (vedi sopra)

                      F1. don Andrea,  erede del fratello; (+ 20 Oct 1686, Martone, antico casale di Grotteria (RC)

                        1) = donna Caterina Tirotta

                        2) = donna Giulia Sirleto

                                ex 2°) G1. don Patrizio , n. Grotteria 25-5-1725

                                 = donna Agata Ravaschieri dei principi di Satriano (vedi/see)

                                                    H1. don Andrea, morto nella Torre della Galea, Gioiosa Jonica, 16-9-1729

                                                    H2. don Giuseppe, erede del nipote + 3-8-1733

                                                     = 1730 donna Gerolama Hyeraci dei baroni di Annita, figlia dell' UJD don Isidoro, 2° barone

                                                        di Annita (49855) (1689 - 1745) e di donna Tiberia dei conti Falletti

                                                    H3. don Pietro, Governatore dello Stato di Mazzarino in Sicilia

                                                   

                      F2. don Francesco, postumo; poi padre Luigi certosino

                      F3. don Giuseppe (+ 1681)

                      F4. donna Olimpia

                        = don Giacomo Giffoni d'Aragona, marchese di Cinquefrondi

C7. (ex 3°) Ippolita, monaca “suor Elisabetta” nel monastero del Gesù di Napoli.

C8. (ex 3°) Girolama

       = Giovanni Battista Carafa Conte di Montecalvo e Patrizio Napoletano

 

       B2. Giovanni

       B3. Pietro

       B4. Sancio

              = Zenobia Dentice

 

A2. Ferrante, Cavaliere, fu al servizio di Ferdinando II Re di Napoli.

       = Diana, figlia di Paolo Siscara 2° Conte d’Aiello e di Giulia Carafa dei Conti di Airola

 

       B1. Giovanna

a)      = Onofrio Cantelmo, Patrizio Napoletano (vedi/see)

b)      = Pietro Antonio Crispano, Patrizio Napoletano

       B2. Vittoria

a)      = Girolamo Colonna

b)      = Carlo Mormile, Patrizio Napoletano (vedi/see)

 

A3. Michele

A4. Camillo

A5. Mario

A6. Sancio

A7. Maria (+ post 1531)

       = Andrea di Capua 1° Duca di Termoli e 1° Conte di Gambatesa (vedi/see)

A8. Eleonora/Dianora

       = Ettore Pappacoda 1° Barone di Larino e Patrizio Napoletano (vedi/see)

 

 

 

 FONTI:

- Mario Pellicano Castagna, Il feudo e la Torre della Galea e la famiglia d'Aragona De Ayerbe, sta in "Rivista Storica Calabrese", a. X-XI n.s., 1989-1990, 1-4, p. 351

- Mario Pellicano Castagna, La storia dei Feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, Vol IV, pag 50

- Vincenzo Naymo, Il feudo e la torre della Galea in Motta Gioiosa (secoli XV-XVIII), sta in "Quaderni del P.A.U., anno VIII/IX (1998/1999), n. 16/18, pp. 17-26 ...

 

 

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